Apologia del tempo perso

Non c’è nulla di più soddisfacente di perdere tempo, una volta tanto.
Ma non c’è nulla di più difficile. Non è solamente un’effettiva mancanza di tempo da perdere, ma soprattutto la mentalità occidentale, che ci trasciniamo dalla notte dei tempi, ad impedirci di perdere tempo. Già Seneca metteva in guardia l’uomo dal perdere tempo o dal farselo sottrarre dagli altri, che non sono poi in grado di restituirlo. “Solo il tempo è nostro”, per cui evitiamo di sprecare l’unico bene che possediamo. Logicamente ineccepibile.
Mi trovo tuttavia nella posizione di contraddire, per una volta, le parole del grande filosofo.
Ritengo fermamente che perdere tempo, qualche volta, non sia solo salutare, ma addirittura naturale. Mi spiego meglio.
Gli animali, dopo aver provveduto alla soddisfazione dei bisogni primari, sono istintivamente portati a “perdere tempo”. Se avete mai avuto un animale domestico, sapete esattamente di cosa sto parlando.
Noi uomini, invece, abbiamo così tanti bisogni che, per soddisfarli tutti, le 24 ore di cui è composta una giornata sono a malapena sufficienti: vogliamo informarci, muoverci, acquistare l’ultimo modello di ogni cosa. Vogliamo, insomma, essere attivi, ad ogni costo. Tante volte non conserviamo neppure del tempo per pensare a noi stessi, o semplicemente per non fare niente.
Ci tornano in mente i Signori Grigi di Momo, nei quali Michael Ende aveva personificato la mentalità che ruba all’uomo ogni briciola del suo tempo. “Non ho tempo! Non ho più tempo!”, sono frasi che ci suonano tristemente familiari. E, anche volendo, non riusciamo a goderci il tempo che perdiamo. Se non facciamo nulla ci assalgono i sensi di colpa. Non siamo efficienti, non siamo produttivi. Non stiamo mettendo a frutto il nostro tempo.
Ma, mi chiedo, è così necessario ottenere sempre qualcosa dal nostro tempo? Riusciremo mai ad essere così flessibili da accettare che in un determinato momento possiamo non produrre nulla?
Non dico non produrre nulla di utile – Wilde mi risponderebbe che è ciò che fa ogni artista.
Dico proprio non produrre nulla – né oggetti, né conoscenza, né benessere fisico o spirituale.
Così, se avete scoperto qualcosa leggendo questo articolo, vi ringrazio per avermi dedicato il vostro tempo. E, se non avete imparato nulla, vi ringrazio lo stesso: grazie per aver perso due minuti del vostro tempo, spero senza sensi di colpa.